Cos'è la Grafologia ?

A questa domanda si potrebbe rispondere con una delle tante definizioni già disponibili, credo però sia giusto riportare integralmente quanto affermato dal padre della grafologia italiana, Padre Girolamo Moretti: “Scienza sperimentale che dal solo gesto grafico di uno scritto umano rileva le tendenze sortite da natura”, quindi “Il gesto grafico è la personalità dello scrivente materializzata nella sua scrittura” per questo, “La scrittura sopra qualsiasi manifestazione materiale dell’uomo è meravigliosamente adatta per individualizzarlo” (Trattato di grafologia. Intelligenza – Sentimento G. Moretti). Altri autori hanno contribuito ad arricchire di significato e senso lo studio della disciplina, tra questi vi è Ludwig Klages che affermò: “Quando il movimento grafico diventa automatico, si carica dei contenuti affettivi di quel momento e da atto grafico diventa gesto grafico, cioè manifestazione neuro-muscolare, psichica e psicologica dello scrivente, espressione del soggetto e nel contempo espressione di quel momento”.  Nelle parole di Klages troviamo l’implicita distinzione tra calligrafia e grafia: la prima, effetto del controllo cosciente dell’atto scrittorio che si concentra nella ricerca della forma, la seconda, espressione spontanea e naturale finalizzata alla trasmissione del messaggio di chi scrive. Se il calligrafo è concentrato nella riproduzione di standard scrittori che rispondono a canoni estetici definiti, chi scrive per comunicare è concentrato sul significato. 

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Come si può facilmente notare, quando la scrittura è spontanea, manifesta le dinamiche interiori proprie di chi scrive ed è proprio allora che diviene individualizzante ovvero consente di riconoscere l’autore dello scritto attraverso i segni che caratterizzano la sua scrittura. Quando invece è studiata, perde di spontaneità e naturalezza e non consente di trarre elementi in merito a chi l’ha vergata perché l’autore si maschera dietro un modello calligrafico. A ulteriore riprova di quanto fino ad ora esposto, si invita a riflettere sul fatto che è possibile riconoscere l’autore di una missiva semplicemente osservando la grafia vergata sulla busta, il gesto grafico porta dunque, in sé un significato che trascende il contenuto.